venerdì 30 giugno 2017

RECENSIONE | La bottiglia magica; Stefano Benni

Appena l'ho scorto tra le novità in biblioteca, l'ho subito agguantato e mi ci sono tuffata a capofitto, divorandolo nel giro di un giorno e mezzo.

Ovviamente sto parlando di La bottiglia magica di Stefano Benni (Lizard, 2016), con le magnifiche illustrazioni di Luca Ralli e Tambe.

Dalla quarta di copertina,

"Pin è figlio di un pescatore di nome Jep e spera di diventare ricco emigrando nel Diladalmar. Alina è rinchiusa nel collegio high-tech di Villa Hapatia, il suo sogno è fare la scrittrice. Lui ha un bel nasone e un topo per amico; lei si accompagna a un gatto (wifi) con un largo sorriso. Vi ricordano qualcuno?
I loro destini si mescolano grazie alla bottiglia magica che Alina ha affidato all'acqua. È Pin a trovarla e così comincia per entrambi un viaggio di terrore e meraviglia, fatto di incontri rocamboleschi, fughe a perdifiato, prodigiosi capovolgimenti. Pin deve affrontare rapper e fate muscolose, una traversata con scafisti dalle sembianze di un gatto e una volpe, poi tanti altri amici e nemici. Alina, invece, scappando dalla preside Queen Fascion e dal crudele cuoco Monsterchef, nei sotterranei della scuola scopre un terribile segreto: qualcuno vuole cancellare ogni forma di diversità e fantasia... Riusciranno i nostri eroi a incontrarsi e rovesciare un futuro già scritto?"

Mi mancava Benni con il suo modo di narrare così coinvolgente e surreale; infatti, con lui non sono solo le storie ad essere strane e assurde, ma anche la prosa. Il lessico che usa ed il gergo che crea - ispirandosi all'italiano ma anche all'inglese ma anche al greco antico o al latino, e sostanzialmente a qualunque tipo di lingua e codice - ogni volta, mi incanta e mi conquista.

Allo stesso modo non mancano mai di conquistarmi i personaggi: folli, pittoreschi, sboccati, assurdi, geniali, ironici, saggi, divertenti, teneri, saccenti, parodistici, folkloristici.... ce n'è di ogni, in una girandola vorticosa di sorprese e stupore.

In questa storia in particolare, poi, compaiono per la maggior parte personaggi appartenenti a favole e storie classiche, conosciuti e amati da tutti. Benni sa citarli e reinterpretarli con l'amore per la narrazione che sempre lo contraddistingue, dimostrando un grande affetto per "le storie, quelle belle", infondendo una nuova vita a questi personaggi così famosi e trasportandoli nel suo mondo pazzesco.

Un viaggio surreale, una dimensione onirica, talvolta spaventosa come solo i sogni (o meglio, gli incubi) sanno essere; due protagonisti spocchiosi, ingenui, insopportabili, liberi, leggeri. E poi la sferzante ironia delle parodie e dei giochi di parole con cui Benni amaramente prende in giro il nostro mondo contemporaneo, i modi in cui tutti noi ci comportiamo - quello che facciamo, quello che diciamo, quello che pensiamo e come lo facciamo, come lo diciamo, come lo pensiamo.

Le illustrazioni di Luca Ralli e Tambe, oltre ad essere davvero meravigliose, sono parte integrante della narrazione e non un mero corredo, in modo che il lettore è continuamente portato ad attraversare la parola e poi la figura e poi di nuovo la parola e poi di nuovo la figura, in una bellissima, elegante, poetica contaminazione.

In ultimo, voglio sottolineare come questo libro possa essere un ottimo spunto per ragazzi e ragazze in cerca di un'avventura letteraria diversa e sorprendente. Prima che per chiunque altro, infatti, credo che questo libro sia stato creato proprio per i ragazzi e le ragazze che magari si stanno avvicinando appena al mondo dei libri. O che magari non hanno neanche nessuna voglia di esplorare quel mondo.
Perchè La bottiglia magica offre un passaggio per un mondo simile al nostro ma diverso, per vicende pazze e ammantate di magie e leggende - una storia, un mondo e personaggi che prima di ogni altra cosa appartengono a tutti noi poichè appartengono al reame dell'immaginazione. Ed è per questo che questa storia è una meravigliosa storia per ragazzi e per ragazze: perché l'immaginazione ne è protagonista, e l'immaginazione dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze va amorevolmente coltivata come un fiore raro e prezioso, delicato e magico, una rosa fatata e rigogliosa che non vuole sfiorire.


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